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Marillenknödel - Gnocchi Dolci all'Albicocca
Marillenknödel - Gnocchi Dolci all'Albicocca

In Austria la parola "marille" significa albicocca. Questo dolce frutto è una delle specialità della splendida e soleggiata regione della Wachau, situata nel Niederoesterreich, la Bassa Austria. La Wachau si estende a nord di Vienna, lungo ile rive del Danubio, ed è rinomata per i suoi vini, le albicocche, le abbazie e i magnifici paesaggi collinari. La regione ospita circa centomila alberi di albicocco, che, durante la fioritura primaverile, regalano uno spettacolo naturale mozzafiato.

 

Oggi vi proponiamo una ricetta semplice e veloce per preparare dei gustosi canederli tirolesi all'albicocca, utilizzando sia frutta sciroppata che frutta fresca

 

 

 

Ingredienti

(dosi per 4 persone)

  • 1 kg di patate farinose per gnocchi
  • 80 g di burro
  • 50 g di semolino
  • 1 uovo
  • 2 tuorli
  • 250 g di farina
  • 24 mezze albicocche sciroppate oppure 12 albicocche fresche (in base alla stagione)
  • 100 g di marmellata di albicocche o, se si usano albicocche fresche, 12 zollette di zucchero
  • 150 g di pane grattugiato
  • 180 g di burro
  • cannella in polvere q.b.

 

 

Procedimento

Lessate le patate con la buccia, sbucciatele e passatele nello schiacciapatate mentre sono ancora caldea. Lasciatele intiepidire, quindi aggiungete 80 g di burro ammorbidito, il semolino, un pizzico di sale, l’uovo intero e i due tuorli. Infine, incorporate la farina setacciata, mescolando e lavorando l'impasto fino ad ottenere una pasta liscia ed omogenea.

 

Lasciate riposare per 10 minuti poi e stendete l’impasto su un ripiano infarinato dandogli mezzo cm di spessore e ricavate 12 quadrati di circa 7 x 7 cm.

 

Accoppiate le mezze albicocche, mettendo al centro un po' di marmellata, e avvolgetele con i quadrati di iimpasto fino a formare dei grossi gnocchi rotondi.

Se utilizzate albicocche fresche, inseritene una intera all'interno di ogni gnocco, sostituendo il nocciolo con un quadratino di zucchero

Lessate gli gnocchi in acqua bollente per 10 minuti a fuoco dolce, mescolandoli delicatamente per evitare che si attacchino.

Nel frattempo, sciogliete il burro rimanente in una padella, aggiungete il pane grattugiato e fatelo dorare mescolando.

 

Scolate gli gnocchi, trasferiteli nella padella con il pangrattato rosolato e rigirateli con cura finché saranno completamente ricoperti.

 

Servite, infine, gli gnocchi caldi e cospargeteli con un po' di cannella o zucchero a velo.

 

Ed ora gustate questa vera dolcezza nordica!

 

In Austria esiste una variante con le prugne, i Zwetschgenknödel, che possono essere serviti con gelato, crema alla vaniglia o semplicemente da soli, spolverati di zucchero.

Chersenta: lo Gnocco Fritto Modenese
Chersenta: lo Gnocco Fritto Modenese

Paola Uberti, autrice e fondatrice del food blog Libricette, una biblioteca online dedicata ai ricettari di cucina, oggi non ci parla solo di una ricetta, ma ci racconta una storia.

 

“C’era una volta una donna nata nel 1899 a Spilamberto, un piccolo comune in provincia di Modena. In famiglia la chiamavamo affettuosamente Lucci, da Mariuccia. Dopo la Prima Guerra Mondiale, Lucci si trasferì a Torino, a soli 20 anni, e lì, negli anni successivi, diventò mamma e poi mia nonna".

"Nonna Lucci, in Piemonte, seppe tenere alto, altissimo, l’onore della cucina emiliana tradizionale. Oltre ai Turtléin (Tortellini) preparava la Chersenta fritta (Crescenta fritta o Gnocco fritto modenese) per tutta la famiglia."

"Nella casa di campagna della mia famiglia, quando la parola chersenta (piemontesizzata in carsenta) attraversava l’aria, tutti eravamo felici. Entravamo in cucina, andando a caccia di un pezzo di chersenta appena fritto, caldo e fragrante".

"Al momento di mettersi a tavola, mangiavamo la chersenta fritta accompagnandola con della salsa di pomodoro, perché quando nonna Lucci era giovane “mica c’erano i soldi per il prosciutto crudo".

"Con il tempo e grazie all’esperienza maturata in cucina e nel mio blog, ho capito che il cibo è molto più di nutrimento. È un mezzo potentissimo per comunicare, esprimersi e creare ricordi". 


"Vi lascio, quindi, la ricetta della chersenta fritta di nonna Lucci, ringraziando il progetto QUI DA NOI. Fatene tesoro".

 

 

La particolarità di questa chersenta sta nella la presenza dello stracchino nell’impasto, che la rende un irresistibile connubio di croccantezza e morbidezza.

 

 

Ingredienti (per 6 persone)

 

  • 3 g di lievito di birra secco
  • Latte intero fresco q.b.
  • 250 g di farina 00
  • 65 g di stracchino
  • Sale q.b.
  • 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
  • Olio di semi di arachidi in abbondanza (per friggere)

 

Per accompagnare:

 

  • Passata di pomodoro q.b.
  • Olio extravergine di oliva q.b.
  • Sale q.b.
  • Pepe nero macinato al momento q.b.

 

 

Procedimento

 

Sciogliete il lievito di birra in un po’ di latte tiepido, mescolate e lasciate riposare per 5 minuti.

 

Setacciate la farina sulla spianatoia, creando il classico vulcano e versate, al centro del cratere. la miscela di latte e lievito, aggiungendo un altro po’ di latte per facilitare l’impasto.

Unite lo stracchino a pezzetti e incorporate gli ingredienti, portando la farina dall’esterno verso l’interno. Aggiungete il sale e l’olio, impastate per almeno 10 minuti fino a ottenere un composto morbido ma non appiccicoso. L'impasto può essere realizzato anche con l'uso di una planetaria.

Con l’impasto ottenuto formate una palla e trasferitela in una capiente ciotola infarinata. Copritela con della pellicola e lasciatela lievitare per un’ora nel forno spento con luce accesa.

 

Nel frattempo, condite la passata di pomodoro con olio, sale e pepe e tenetela da parte.

 

Dopo la lievitazione, scaldate abbondante olio in una padella a 175°C. Verificate la temperatura con un termometro o immergendo un piccolo pezzo di impasto: se scende sul fondo per poi salire subito a galla, l’olio è pronto.

La temperatura dell’olio è fondamentale. Se è troppo bassa la Chersenta si impregna, risultando unta, pesante e molle. Se, al contrario, la temperatura è troppo alta, la Chersenta brucia sviluppando sostanze dannose.

 

Stendete la pasta in forma triangolare, quindi, usando una rotella liscia, tagliatela a losanghe di 7,5 x 2,5 cm.

Friggete poche losanghe per volta, girandole dopo pochi istanti. Non appena il lato immerso nell’olio sarà dorato, rivoltatele nuovamente e completate la cottura.  La Chersenta Fritta Modenese deve risultare dorata, gonfia e non eccessivamente croccante.

Mano a mano, scolate le losanghe dall’olio e appoggiatele su un piatto foderato con carta assorbente, salandole a piacimento.

 

Servite la Chersenta fritta calda con la passata di pomodoro condita.

 

 

NOTE

 

  • Per tradizione, si può usare lo strutto al posto dell’olio di arachidi.
  • Smaltite l’olio usato in modo corretto, rivolgendovi a centri di raccolta dedicati, come le isole ecologiche. Per qualsiasi informazione al riguardo è possibile rivolgersi al proprio Comune di residenza.
Cachi -  Il Frutto dai Superpoteri
Cachi - Il Frutto dai Superpoteri

Mangiare cachi fa bene, questo già lo sappiamo. Ma sai davvero perché? Scopriamolo insieme.


Tipici della stagione autunnale, i cachi sono frutti dall’aspetto invitante e dal sapore unico. Ricchi di fibre, conquistano per la loro consistenza morbida e dolce, irresistibile per molti.

 

Ma non è solo il gusto a renderli speciali: i cachi vantano proprietà nutrizionali straordinarie. Contengono una grande varietà di minerali, tra cui il calcio, il fosforo, il magnesio e il potassio, che li rendono alleati preziosi per affrontare al meglio la stagione fredda.  Inoltre, sono una fonte eccellente di vitamine, in particolare la vitamina A e la vitamina C, fondamentali per rafforzare il sistema immunitario e mantenere il corpo in salute.

 

Grazie al loro pH leggermente alcalino, i cachi risultano più digeribili rispetto ad altri tipi di frutta e possono essere consumati a fine pasto anche da chi soffre di reflusso o gastrite.

La loro elevata concentrazione di acqua li rende inoltre perfetti per favorire la diuresi, contribuendo a mantenere il corpo idratato e a eliminare le tossine.

Per beneficiare appieno delle loro proprietà e assaporarne tutta la dolcezza, è fondamentale consumarli quando sono perfettamente maturi, non scartando la parte vicina al picciolo, tenera e succosa.

Come mangiarli

I cachi si prestano a moltissime preparazioni culinarie! Torte e dolci a base di cachi sono senza dubbio un modo delizioso per valorizzare questo frutto, ma le sorprese non finiscono qui. Anche in abbinamento a certe verdure possono rivelarsi una scelta originale e sorprendente.

Un frutto dalle mille proprietà e dai mille utilizzi, ideale per sperimentare in cucina e scoprire nuovi sapori.

 

Non resta che mettersi ai fornelli e lasciarsi ispirare!

 Straccetti di Pollo alla Siciliana
Straccetti di Pollo alla Siciliana

Gli ottimi prodotti utilizzati per questa ricetta sono stati gentilmente offerti da Scialari, punto vendita catanese, con il suo impegno quotidiano, valorizza cooperative e produttori del territorio siciliano guardando al mercato in modo innovativo, sostenibile, salutare ed etico.

L'obiettivo di Scialari è rendere l’eccellenza dei prodotti locali accessibile a tutti, con l’ambizione di contribuire anche alla crescita del capitale sociale e allo sviluppo delle comunità locali. Questa accogliente bottega nel centro di Catania offre prodotti agroalimentari di alta qualità, provenienti da realtà virtuose legate al territorio siciliano, promuovendo un consumo consapevole e riscoprendo le relazioni tra alimentazione e benessere.

Storia, tradizioni, gusto e consumo responsabile sono i valori di Scialari. In primis, l'intento di recuperare il rapporto tra cibo e salute, contrastando la diffusione del cibo spazzatura e le abitudini sempre più distanti dalle antiche tradizioni. Infine, connettere produttori e consumatori, offrendo ai primi opportunità di crescita e garantendo ai secondi maggiore consapevolezza e accessibilità. Il tutto promuovendo un modello cooperativo e collaborativo, capace di creare valore condiviso e sostenibile.

In quest'ottica, Scialari porpone i prodotti della tradizione siciliana, realizzati artigianalmente da cooperative locali, rispettando i ritmi delle stagioni e la sapienza tradizionale, in modo innovativo e sostenibile. Loro priorità è tutelare le caratteristiche, la stagionalità e le tradizioni, anche a scapito di quantità e continuità. Pertanto, i prodotti non saranno sempre tutti disponibili e si alterneranno con il susseguirsi delle stagioni e delle produzioni.

 

E adesso, prepariamo i nostri Straccetti di pollo alla siciliana.

 

Ingredienti
(dosi per 4 persone)
4 fette di petto di pollo non troppo sottili
32 pomodori ciliegini secchi sottolio Agrologica Bio
1 cucchiaio di capperi di sotto sale
origano di Sicilia bio q.b.
1 spicchio d’aglio
olio extravergine d’oliva q.b.
sale q.b.



Procedimento
Iniziate sciacquando accuratamente i capperi, quindi metteteli in una ciotola colma di acqua per eliminarne il sale in eccesso che li conserva. Lasciateli in ammollo per circa un'ora, mescolandoli di tanto in tanto, e ricordate di assaggiarli per valutare il livello di salinità: il tempo di dissalazione può variare in base alla qualità e alla dimensione dei capperi. Una volta pronti, scolateli e asciugateli delicatamente con carta da cucina

 

Nel frattempo, preparate petti di pollo, disponendoli su un tagliere e tagliandoli a listarelle uniformi. Scaldate, quindi, una padella capiente con due generosi giri d’olio extravergine di oliva e fatevi rosolare uno spicchio d’aglio fino a doratura, mescolando di tanto in tanto per sprigionarne il sapore.

Quando l’aglio sarà ben dorato, rimuovetelo dalla padella e aggiungete le listarelle di pollo. Cuocetele a fuoco medio, mescolando con cura, fino a farle dorare uniformemente, ottenendo una superficie croccante e un interno morbido.

A questo punto, aggiungete i pomodorini, i capperi precedentemente disalassati e asciugati, una spolverata di origano e un pizzico di sale. Proseguite la cottura per altri 2 minuti, mescolando delicatamente per amalgamare il tutto alla perfezione.
In pochi minuti, è tutto pronto: servite subito il vostro secondo ben caldo, per apprezzarne al meglio i profumi intensi e i sapori mediterranei.

 

Un vero tripudio di gusto, ideale per ogni occasione!

Come Preparare la Marmellata di Cipolle Rosse di Tropea
Come Preparare la Marmellata di Cipolle Rosse di Tropea

Quando siamo in vacanza, capita spesso di acquistare souvenir gastronomici per portare con noi quei piacevoli sapori scoperti durante il viaggio. 


Se siete appena tornati dalla Calabria, oltre a salumi, formaggi e peperoncino, siamo certi avrete portato con voi un po’ di cipolle rosse di Tropea. Questo straordinario prodotto, dal gusto dolce, intenso e inconfondibile, è una delle eccellenze del territorio calabrese e ha ottenuto la denominazione IGP (Indicazione Geografica Protetta) nel 2008.

 

Le cipolle rosse di Tropea non sono solo deliziose, ma anche un autentico elisir di salute. Tra le loro numerose proprietà, spiccano quelle diuretiche, lassative, antisettiche e antiasmatiche. Sono altamente digeribili, ricche di vitamine e minerali essenziali, e contengono pochissimi grassi: ideali per chi segue una dieta ipocalorica. Inoltre, aiutano a regolare il colesterolo, rafforzano il sistema immunitario e possono persino ridurre il rischio di alcune malattie croniche.

 

Un’idea golosa per valorizzare questo straordinario prodotto è preparare una marmellata di cipolle rosse di Tropea. Perfetta per accompagnare formaggi stagionati o freschi, sia di mucca che di capra, questa marmellata trasforma un semplice tagliere in un’esperienza gourmet. Una volta provata, diventerà un must della vostra dispensa!

 

 

Ricetta: ecco come preparare la marmellata di cipolle Rosse di Tropea.

 

 

Ingredienti

  • 600 g di cipolle rosse di Tropea
  • 100 g di zucchero di canna
  • Succo filtrato di 1 limone
  • 100 g di pinoli
  • 1 foglia di alloro
  • Bacche di ginepro q.b.
  • Sale q.b.

 

 

Procedimento:

 

1. Preparazione delle cipolle: pelate e affettate finemente le vostre cipolle rosse di Tropea.

 

 

2. Prima cottura: in una casseruola capiente, unite le cipolle affettate, lo zucchero di canna, il succo di limone e un pizzico di sale. Cuocete a fuoco lento per un’ora, mescolando di tanto in tanto.

 

 

3. Aggiunta degli aromi: a metà cottura, aggiungete la foglia di alloro, le bacche di ginepro e i pinoli. Continuate a mescolare per evitare che la marmellata si attacchi al fondo della casseruola. Quando le cipolle saranno morbide e il composto avrà raggiunto una consistenza densa, eliminate la foglia di alloro.

 

 

4. Invasatura: versate immediatamente la marmellata ancora calda nei vasetti sterilizzati, riempiendoli fino all’orlo. Chiudete ermeticamente e capovolgete i vasetti, lasciandoli raffreddare completamente per creare il sottovuoto.

 

 

5. Riposo: per ottenere il massimo del sapore, lasciate riposare la marmellata almeno 3-4 settimane prima di consumarla.

 

 

 

Come e quanto si conserva?

 

Consigliamo di conservare la vostra marmellata fatta in casa in un luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore e sbalzi di temperatura. Consumatela entro 3 mesi.

Una volta aperto il vasetto, riponetelo in frigorifero e consumate la vostra marmellata di cipolle rosse di Tropea entro 5-7 giorni per mantenere intatto il sapore.

 

 

Con questa marmellata, ogni assaggio vi riporterà con la mente alla soleggiata Calabria!

Lasagne al Forno con Ragù di Patate
Lasagne al Forno con Ragù di Patate

Le lasagne al forno occupano senza dubbio un posto d’onore tra i piatti più amati della cucina italiana. Composte da sfoglie di pasta all’uovo, tagliate in fogli rettangolari, le lasagne vengono prima bollite, poi disposte in strati e farcite seguendo le diverse tradizioni locali.

 

Le origini di questo celebre piatto risalgono all’Emilia-Romagna: la prima testimonianza scritta si trova nei Memoriali Bolognesi del 1282.

 

Oggi vi proponiamo una deliziosa variante genovese, caratterizzata da un ragù di patate arricchito con timo, prezzemolo e un tocco speciale di lardo al basilico.

 


Ingredienti (per 4-6 persone)

 

  • 250 g di lasagne fresche
  • 3 patate
  • 150 g di carne macinata di manzo
  • 50 g di prosciutto cotto
  • 1/2 cipolla
  • 4/5 rametti di prezzemolo fresco  

 

 

 Ingredienti per la salsa:

  • 1/2 cipolla
  • 50 g di lardo al basilico
  • 100 g di pisellini
  • 700 g di passata di pomodoro
  • 4/5 rametti di timo fresco
  • Olio extravergine d’oliva q.b.
  • 60 g di formaggio a pasta filata
  • Sale q.b.

 

 

Procedimento

 

1. Preparate la farcitura.

 

Lavate le patate e lessatele con la buccia in una pentola d’acqua bollente per circa 35 minuti. Una volta cotte, scolatele, pelatele e passatele con uno schiacciapatate. Conservate la purea in una ciotola. In una padella, scaldate un filo d’olio e aggiungete la cipolla tritata e la carne macinata. Lasciate stufare a fuoco dolce per 4-5 minuti, mescolando di tanto in tanto.

Unite alla carne il prosciutto cotto tritato, il prezzemolo, la purea di patate e un pizzico di sale. Mescolate bene per amalgamare gli ingredienti. 

 

2. Preparate la salsa per il condimento.

 

In una padella, scaldate un filo d’olio e aggiungete la cipolla tritata, i pisellini e il lardo al basilico. Fate rosolare a fuoco dolce per qualche minuto.

Versate la passata di pomodoro, aggiungete mezzo bicchiere d’acqua e le foglie di timo. Dopo circa 5 minuti, unite la farcitura di carne e patate preparata in precedenza. Mescolate bene il tutto, regolate di sale e proseguite la cottura a fuoco dolce, per circa 10 minuti. Togliete dal fuoco e mettete da parte.

 

3. Cuocete assemblate le lasagne.

 

Preriscaldate il forno a 190°.

Lessate le lasagne poche alla volta in abbondante acqua salata. Scolatele delicatamente e adagiatele su un canovaccio pulito per farle asciugare.

In una teglia, stendete un leggero strato di salsa sul fondo, quindi disponete un primo strato di lasagne. Aggiungete un altro strato di salsa, questa volta più generoso, e spolverate con il formaggio grattugiato. Continuate ad alternare gli strati fino a terminare gli ingredienti.

Cuocete in forno per circa 20-25 minuti, fino ad ottenere una superficie ben dorata.

 

Consigliamo di servirle calde, abbinate a un vino bianco aromatico o a un rosso giovane per esaltarne il sapore.

 

 

Buon appetito!

Salame di Tonno alla Piemontese
Salame di Tonno alla Piemontese

Con l’arrivo dell’autunno, è naturale sentirsi attratti da sapori consistenti ed avvolgenti, più adatti ad una stagione fredda che invita alla riflessione e all’introspezione. Piatti che sanno di casa e offrono conforto e tradizione ad ogni boccone.

 

Oggi, vogliamo portarvi nel cuore del patrimonio enogastronomico del Piemonte, proponendovi il salame di tonno, un piatto semplice ma gustoso.

Nonostante il Piemonte sia una regione senza sbocco sul mare, la sua cucina è ricca di influenze marine grazie alla vicinanza con la Liguria e ai commerci lungo la storica Via del Sale. Acciughe e tonno sono divenuti, infatti, protagonisti di numerose preparazioni tradizionali.

 

La ricetta di oggi è quella di Paola Uberti, foodblogger torinese e fondatrice di Libricette, libreria on-line dedicata ai ricettari di cucina. Questo salame di tonno alla piemontese è un omaggio alla mamma di Paola, che sempre lo serviva con la maionese fatta in casa o con gelatina.

 

Ingredienti (per 4 persone)

 

  • 250 g di tonno sott’olio extravergine di oliva
  • 4 acciughe sotto sale
  • 4 cucchiai di pangrattato (se preferite, senza glutine)
  • 2 uova
  • Un abbondante pugno di foglie di prezzemolo fresco
  • Sale q.b.
  • Pepe nero macinato al momento q.b.


Procedimento



Dissalate le acciughe sotto acqua corrente, rimuovendo le lische. Asciugatele delicatamente con carta da cucina.

 

In un mixer, frullate il tonno e le acciughe fino ad ottenere un composto omogeneo. Trasferite tutto in una ciotola e unite il prezzemolo finemente tritato e il pangrattato. Sbattete le uova con una forchetta e amalgamatele al composto. Regolate di sale (con moderazione, poiché acciughe e tonno sono già sapidi) e aggiungete una generosa macinata di pepe. Lavorate il tutto per ottenere un impasto compatto e asciutto. Modellate l’impasto dandogli una forma cilindrica.

 

Inumidite un canovaccio pulitissimo, preferibilmente a trama quadrettata, per conferire al salame un aspetto autentico simile a quello di un insaccato. Avvolgete il cilindro di salame di tonno nel canovaccio e chiudete le estremità a caramella, legandole saldamente con spago da cucina.

 

Portate a ebollizione un’abbondante quantità di acqua in una pentola di grandi dimensioni, che sia ovale o rettangolare. Immergetevi, quindi, il salame avvolto nel canovaccio e cuocetelo a fiamma media per 20-30 minuti, finché non risulterà ben rassodato.

A termine della cottura, rimuovete il salame di tonno dall’acqua e lasciatelo intiepidire.

 

Slegate lo spago, eliminate il canovaccio e lasciate raffreddare completamente. Affettatelo e servitelo accompagnato da una maionese fatta in casa per esaltarne il gusto.

 

 

Questo piatto si presta perfettamente come antipasto raffinato o secondo piatto leggero. La sua semplicità di preparazione e il suo sapore unico lo rendono una scelta vincente per portare in tavola un po’ di autentica tradizione piemontese.

 

 

Buon appetito!

Plumcake con amaretti e kumquat
Plumcake con amaretti e kumquat

Cosa c’è di più sano che iniziare la giornata con un dolce fatto in casa? Magari abbinato da un buon estratto di frutta, a un bicchiere di latte o a una bevanda vegetale.


Oggi vi proponiamo una ricetta speciale: il plumcake di amaretti e kumquat, una delizia genuina e ricca di sapori autentici.

 

Gli ingredienti che abbiamo scelto per realizzarlo sono sinonimo di qualità e sostenibilità. La farina biologica di semola di grano duro proviene dalla Cooperativa Agricola Palazzo Piccolo, un’eccellenza del territorio di Foggia. Questa cooperativa, gestita da agricoltori di lunga tradizione, ha abbracciato l’agricoltura biologica già dagli anni ’90, reinterpretando le pratiche agricole in chiave moderna e sostenibile. Oggi rappresenta un modello di tracciabilità e rispetto per l’ambiente.

 

La composta di kumquat selezionata per il nostro plumcake è un prodotto della Masseria Bosco delle Rose, guidata da Liliana Iacoviello. Nel suo frutteto-giardino a Lavello, in Basilicata, da quasi vent’anni la natura viene rispettata e valorizzata. Siepi e fasce boscate arricchiscono la biodiversità, creando un equilibrio perfetto per ottenere prodotti di qualità superiore.

ll kumquat, noto anche come mandarino cinese, è un frutto straordinario che prospera anche in Italia, lungo il litorale tirrenico dalla Liguria alla Sicilia.

 

 

Ingredienti

 

  • 200 g di semola di grano duro bio Palazzo Piccolo
  • 120 g di farina 00
  • 2 uova
  • 90 g di zucchero semolato
  • 1 cucchiaino di estratto di limone
  • ½ bustina di lievito per dolci
  • 150 g d’acqua
  • 90 g di olio di semi di girasole
  • 1 pizzico di sale
  • 15 amaretti piccoli
  • 5 cucchiai di composta di kumquat Masseria Bosco delle Rose
  • Zucchero a velo q.b.

 

 

Procedimento

 

1. Montate uova e zucchero. In una ciotola capiente, sbattete le uova con lo zucchero utilizzando le fruste elettriche fino a ottenere un composto chiaro e spumoso.

 

2. Incorporate gli altri ingredienti. Aggiungete gradualmente le farine, l’olio di semi di girasole e l’acqua, mescolando fino a ottenere un impasto omogeneo. Unite l’estratto di limone, un pizzico di sale e, infine, il lievito, continuando a lavorare l’impasto per renderlo soffice e ben amalgamato.

 

3. Date forma al vostro dolce. Ungete uno stampo da plumcake e spolveratelo con farina per evitare che il dolce si attacchi durante la cottura. Versate un paio di cucchiai di composta di kumquat sul fondo dello stampo.

 

4. Assemblate il dolce. Distribuite l’impasto nello stampo, livellandolo con cura. Disponete gli amaretti sulla superficie in modo armonioso e completate la farcitura con la restante composta di kumquat. 

 

5. Cuocete e servite. Infornate il plumcake in forno statico preriscaldato a 160°C e lasciate cuocere per circa 35 minuti. Una volta cotto, fate raffreddare il dolce e spolveratelo con zucchero a velo prima di servirlo.

 

 

Il risultato? Un plumcake soffice e aromatico, perfetto per iniziare la giornata. Ogni morso racconta una storia di tradizione, sostenibilità e sapori autentici

Insalata di Calamarata Sciuè Sciuè
Insalata di Calamarata Sciuè Sciuè

La ricetta che vi proponiamo quest’oggi è un primo piatto dai sapori autentici e genuini.

 

La calamarata sciuè sciuè prende il nome da un'espressione del dialetto napoletano che significa letteralmente “alla buona, semplicemente”. Difatti, oltre ad essere semplice da preparare, è fatta di ingredienti gustosi, genuini e di alta qualità.

Per realizzarla, abbiamo selezionato eccellenze gastronomiche del territorio, prodotti nati in seno a cooperative agricole e piccoli produttori.

 

La pasta. Abbiamo scelto una calamarata di semola di grano duro biologico, prodotta dalla Società Cooperativa Daunia & Bio.

Questa cooperativa di agricoltori, situata nel territorio di Foggia, si distingue per la qualità e la sostenibilità delle sue produzioni.

Le semole ottenute dalla macinazione sono sono ricche di proprietà nutrizionali, che conferiscono alla pasta una straordinaria resistenza alla cottura e un affascinante colore ambrato.

Un prodotto di qualità dal valore sociale: i produttori di Daunia & Bio promuovono la valorizzazione dei territori a nord della Puglia ed escludono l’uso di prodotti chimici, quali concimi, insetticidi, fungicidi, diserbanti, promuovendo al contempo la tutela del territorio e la salute dei consumatori.

 


L’olio extravergine di oliva DOP.  L’olio utilizzato è di oliva San Martino prodotto in Puglia dall’Azienda Agricola Masseriola con spremitura a freddo.
L’azienda segue i metodi dell’agricoltura biologica per la coltivazione dell’olivo dal 1996.

Questo olio è certificato DOP (Denominazione di Origine Protetta) “Dauno” e si distingue per il suo colore che varia dal verde al giallo, il suo sapore fruttato con note equilibrate di amaro e piccante, e i profumi che richiamano la frutta fresca. Riconosciuto a livello internazionale, rappresenta un’eccellenza pugliese.

 

 

Ingredienti (per 4 persone)

 

  • 320 g di Calamarata Società Cooperativa Daunia & Bio
  • 3 peperoni (1verde, 1giallo, 1 rosso)
  • 4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva DOP San Martino (Azienda Agricola Masseriola)
  • 2 cucchiai di capperi sotto sale
  • 3 cucchiai di olive taggiasche
  • Origano q.b.
  • Sale q.b.

 

 

Procedimento

 

Dissalate i capperi tenendoli a bagno per circa 20 minuti e cambiando più volte l’acqua.

 

Nel frattempo, lavate i peperoni, pelateli con un apposito pela verdure (o pelapatate) tagliateli a metà, eliminate i semi e le coste bianche, quindi riduceteli in listarelle sottili.

In una padella, scaldate 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva. Aggiungete le listarelle di peperoni e fatele rosolare per circa 10 minuti, mescolando di tanto in tanto.

Unite i capperi dissalati, le olive taggiasche e una spolverata di origano, prodseguendo la cottura per altri 5 minuti. Assaggiate e regolate di sale, considerando la naturale sapidità di capperi e olive. Lasciate raffreddare il condimento e riponetelo in frigorifero.

 

Cuocete la calamarata in abbondante acqua salata seguendo le indicazioni riportate sulla confezione (20-25 minuti per la calamarata Daunia & Bio). Una volta cotta, scolatela e trasferitela in un piatto da portata. Condite con un filo d’olio extravergine d’oliva e lasciatela raffreddare completamente.

Quando la calamarata sarà completamente raffreddata, aggiungete il preparato e mescolate delicatamente.

 

Servite la calamarata sciuè sciuè a temperatura ambiente, per assaporare al meglio i suoi profumi e sentori.

 

Un piatto che è un viaggio nei sapori autentici del Sud, realizzato con ingredienti che rispettano la terra e la tradizione.

 

 

Buon appetito!