Nel 2020 abbiamo imparato a conoscere meglio la nostra dispensa, organizzandola con cura e ottimizzando le provviste per ridurre al minimo le visite al supermercato.
Ma proprio mentre riponiamo al loro posto le nuove provviste, capita di imbatterci in vecchi barattoli, pacchetti e confezioni rimaste lì dentro da chissà quanto tempo. Cosa fare in questi casi?
Tutto dipende dal tipo di alimento. E' fondamentale valutarne la salubrità, l’aspetto e l’efficacia prima di decidere se possono essere ancora utilizzati in cucina o se è giunto il momento di eliminarli.
Di seguito, una guida pratica agli 8 prodotti alimentari da controllare (e, se necessario, buttare), se dimenticati nella dispensa.
1. Lievito
Il lievito, che sia fresco o in polvere, è un ingrediente vivo e, se troppo vecchio, perde la capacità di far lievitare correttamente torte e panificati.
- Lievito in polvere chiuso: può durare fino a un anno a temperatura ambiente.
- Lievito in polvere aperto: meglio utilizzarlo entro un paio di mesi.
Ecco un trucco per verificare che sia ancora attivo: mescolate un pizzico di lievito in acqua tiepida e zuccherata. Se si forma della schiuma, è ancora utilizzabile.
2. Farina
La farina si conserva per circa 6-8 mesi. Dopo questo periodo, il sapore inizia ad essere stantio e potrebbero comparire farfalline e filamenti. Di certo, la durata cambia in base al tipo di farina:
- Farine bianche (0 e 00): subiscono poche alterazioni e durano più a lungo.
- Farine integrali (tipo 1 e 2): facilmente deperibili, tendono a irrancidire in 1-2 mesi, contenendo acidi grassi e una buona quantità di nutrienti.
Consiglio: Dopo l'apertura, conservatele in frigorifero per prolungarne la freschezza.
3. Spezie
A differenza di altri prodotti, le spezie non vanno a male, ma il loro sapore perde di intensità nel tempo, specie se in polvere o macinate. L’ideale è consumarle entro 3 mesi dall'acquisto per ottenere il massimo dell'aroma.
Se il colore inizia a sbiadire (ad esempio, una curcuma o un curry poco brillanti), è il momento di sostituirle.
4. Lenticchie
Le lenticchie secche devono essere conservate in un luogo fresco e asciutto. Se esposte all’umidità, possono assorbire acqua e assumere un sapore acidulo.
L'ideale è consumarle entro un anno dall'acquisto.
5. Riso
Se conservato in una confezione chiusa, può durare a lungo, anche oltre la data di scadenza. Una volta aperto è, invece, meglio consumarlo nel minor tempo possibile: infatti, cambia la sua superficie, richiederà più tempo di cottura, con il rischio di perdere di cremosità.
Suggeriamo di conservarlo in un contenitore ermetico per preservarne la qualità.
6. Bicarbonato
Come il lievito, il bicarbonato perde d'efficacia con il tempo. Sebbene non rappresenti un rischio per la salute, un bicarbonato che ha superato la data di scadenza rende meno soffici torte e dolci.
Consigliamo di utilizzarlo non oltre 6 mesi dall'apertura.
7. Aceto
L'aceto, di nuovo come il lievito, è un ingrediente vivo e ricco di microorganismi. Sebbene non possa andare a male, può fermentare e sviluppare la “madre”, ovvero un accumulo di lieviti leggermente viscidi ma totalmente innocui. Può scolorire o sviluppare dei sedimenti e variazioni nel profilo aromatico.
Consigliamo di conservarlo in frigorifero per rallentarne la fermentazione.
8. Caffè
Al momento della macinazione, il caffè inizia a perdere nutrienti e intensità di sapore. Per poterlo conservare al meglio, lasciatelo all’interno della confezione originale, progettata per agevolare la fuoriuscita di gas e non far penetrare la luce.
Consigliamo di conservarlo in un luogo fresco e buio, come il frigorifero, per evitare che il calore faccia irrancidire gli acidi grassi contenuti nei chicchi di caffè (e, naturalmente, nella polvere macinata).
Abbiamo imparato a riconoscere gli alimenti dimenticati in dispensa: un ottimo modo per ridurre sprechi e organizzare meglio la nostra cucina.
Con un po' di attenzione, possiamo evitare di buttare via cibo ancora buono e migliorare la qualità dei nostri piatti.