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Articoli di gennaio 2024

Fibromialgia e alimentazione
Fibromialgia e alimentazione

Articolo della dott.ssa Monica MartinoMonica Martino
Biologa e Consulente per aziende agroalimentari
e Food Blogger.


E-mail: info@bionutrichef.it
Blog: Esperimenti in cucina. Una biologa ai fornelli
FB: Esperimenti in cucina. Una biologa ai fornelli
IG: @bionutrichef

 

La fibromialgia è una sindrome a più fattori scatenanti per nulla semplice da diagnosticare e, nonostante questo, coloro che ne soffrono sono più di due milioni di persone solo in Italia. È caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico cronico e diffuso ed è spesso accompagnata da una serie di sintomi:

  • astenia
  • disturbi del sonno
  • deficit cognitivi
  • problemi psicologici
  • diffuso disagio somatico e neurologico

 

Alla base di questa sindrome c’è una cattiva regolazione del sistema di controllo del dolore da parte del sistema nervoso centrale, per cui si verificano un aumento del dolore e una diminuzione della capacità di regolazione dello stesso, spesso causata da un aumento delle citochine infiammatorie, da bassi livelli di serotonina e dalla variazione di altri neurotrasmettitori. Oltre ai sintomi citati, dagli studi in merito si è visto che il 40% delle persone affette da fibromialgia soffra di problemi gastrointestinali, tra cui la sindrome dell’intestino irritabile e disturbi derivati (flatulenza, dolore addominale e alterazioni intestinali). Spesso sono correlati anche l’intolleranza al lattosio e/o la sensibilità al glutine non celiaca. Questo significa che curare l’alimentazione per un intestino sano e che fornisce macro e micronutrienti al sistema nervoso e alla funzione muscolare è fondamentale per prevenire o rallentare l’insorgenza dei vari sintomi elencati finora.

 

Essendo la fibromialgia una sindrome multifattoriale, l’attenzione all’alimentazione non è la soluzione unica al problema, ma sicuramente una buona base per alleviare il più possibile la sintomatologia e migliorare la qualità di vita delle persone che ne soffrono.


Quali sostanze sono necessarie per ridurre al minimo i fastidi dovuti alla fibromialgia? Minerali, vitamine e antiossidanti.


La fibromialgia è causata da carenze di minerali come il ferro, il selenio, lo zinco e il magnesio (funzionamento del sistema nervoso e muscolare), le vitamine D-C-E e gli omega-3 (efficaci per ridurre l’infiammazione), la vitamina B12 (essenziale per il funzionamento dei mitocondri e per la produzione di serotonina dal triptofano) e quindi risulta essere importante consumare frutta e verdura in buona quantità, cereali non raffinati, noci e semi e pesce grasso.


Alcuni esaltatori di sapidità e dolcificanti, come il glutammato e l’aspartame, vengono considerati “eccitotossine” perché mantengono l’attivazione dei nervi nocicettori i quali sono coinvolti nella percezione del dolore, quindi è necessario leggere bene le etichette alimentari di diversi cibi confezionati o processati industrialmente. Anche il fruttosio, lo zucchero naturale della frutta, è in qualche modo implicato alla sintomatologia perché riduce l’assorbimento del precursore della serotonina, quindi è necessario fare attenzione alle etichette e non esagerare nel consumo della frutta (anche se non deve mancare).


Rimanendo nella zona del tratto gastrointestinale, è noto che un’alimentazione che comprende il consumo di alimenti con fibre aiuta ad alimentare la flora batterica e quindi al buon funzionamento dell’intestino, insieme anche alle sostanze antinfiammatorie e antiossidanti già citate. Per evitare stati di disbiosi intestinale e quindi mantenere la barriera intestinale in salute andrebbero ridotti e/o esclusi (secondo il parere dello specialista) cibi contenti glutine, privilegiando gli alimenti naturalmente senza glutine come alcuni cereali e pseudocereali, e solanina (melanzane, peperoni, peperoncini, pomodori e patate), latticini e carni rosse, prediligendo semmai prodotti da animali che non hanno subito trattamenti con antibiotici e che hanno vissuto liberi di pascolare. Anche le sostanze cosidette “nervine” (caffè, thè e cioccolata) andrebbero limitate in quanto un’assunzione eccessiva può rendere la persona affetta da fibromialgia più sensibile al dolore e irritare maggiormente l’intestino. In virtù di queste limitazioni, lo specialista potrebbe affiancare alla dieta una serie di integratori e fermenti per un buon equilibrio dell’organismo.


Da aggiungere che anche il sovrappeso e l’obesità sono caratterizzati dalla produzione di citochine infiammatorie da parte del tessuto adiposo e da condizioni infiammatorie. Inoltre, sono comuni l’insulino-resistenza, l’ipertensione e la dislipidemia, che contribuiscono alla disfunzione corporea e al peggioramento della qualità di vita dei pazienti fibromialgici. È quindi importante riuscire a mantenere o raggiungere un peso corporeo adeguato.

 

Il perfetto brodo di carne: 10 trucchi per prepararlo
Il perfetto brodo di carne: 10 trucchi per prepararlo

Un risotto sciapo, un ragù spento o un arrosto troppo secco: la colpa potrebbe essere del brodo!


Sì, perché molto spesso gli errori si fanno nelle preparazioni più semplici e con gli ingredienti che crediamo siano più facili da cucinare. Per ottenere un brodo liquido saporito, profumato e limpido non basta gettare gli aromi nella pentola insieme alla carne, ma bisogna calcolare i giusti tempi, gestire correttamente il sale e saper scegliere se mettere acqua calda o fredda.


Per essere sicuri di non commettere errori nella preparazione del vostro brodo, ecco 10 consigli per cucinarlo nel migliore dei modi!

 

Acqua fredda e fuoco basso

Come diceva l’Artusi oltre cento anni fa: “Per ottenere il brodo buono bisogna mettere la carne in acqua diaccia e far bollire la pentola adagino adagino”. L’acqua del brodo dove mettere la carne deve essere molto fredda e deve essere portata ad ebollizione a fuoco lento

 

Carne prima, verdure poi

Nel pentolone di acqua fredda si mette prima la carne e poi, dopo l’ebollizione, si aggiungono le verdure, in modo che non perdano le loro proprietà nutritive cuocendo troppo a lungo.

 

Quali verdure scegliere?

Più il brodo è basico, più sarà versatile nell’utilizzo. Quindi, carote, sedano e cipolla tagliati a pezzettoni sono la base classica e perfetta per tutti i piatti. Se si vuole, si può aggiungere anche un pomodoro.

 

Erbe, ma non troppo!

Usate delle erbe come alloro e prezzemolo e se vi piacciono i chiodi di garofano, inseriteli nella cipolla per evitare che si disperdano nella pentola. Ma attenzione, non esagerate! Ci sarà sempre tempo di aggiungere in un secondo momento sapori.

 

Le carni

Per preparare il classico brodo di carne bisogna sceglierne diverse varietà, per bilanciare bene il sapore. Usate ali e cosce di pollo, mezzo cappone o mezza gallina e manzo (un paio di tagli tra sottospalla, muscolo, doppione, noce, brione, cappello del prete, girello di spalla, punta di petto).

 

Le ossa

Per insaporire il brodo le ossa sono perfette, soprattutto quelle di manzo e di vitello, che tra l’altro sono reperibili dal macellaio a pochi centesimi.

 

Lunga cottura

Controllando il bollore, per preparare il brodo di carne servono dalle due alle tre ore di cottura a fuoco lento.

 

Salatura a fine cottura

La cottura a fuoco lento necessaria per il brodo estrae molta sapidità dagli ingredienti, quindi meglio non esagerare con la salatura. Inoltre, salandolo all’inizio, si rischia un sapore troppo forte, poiché più il brodo cuoce, più si concentra. Salate, quindi, a fine cottura, quando il liquidi si restringe di meno.

 

La schiumatura

Dalla carne, schiumate solo le impurità senza eliminare il grasso, che darà sapore al brodo.

 

Filtrare

A cottura finita, scolate le verdure e la carne, versando il brodo in un’altra pentola filtrandolo con un passino a maglia fitta, così da eliminare le impurità che sono rimaste dopo il passaggio della schiumarola. E ora, buon appetito!

Uova in purgatorio con lenticchie e peperoni
Uova in purgatorio con lenticchie e peperoni

Le uova in purgatorio, nella mia versione, diventano un gustoso e nutriente piatto unico! Le lenticchie Girolomi, che non richiedono ammollo preventivo, possono arricchire i piatti in ogni stagione dell’anno e si possono sostituire i peperoni con altre verdure di stagione, come i cavoletti o i carciofi.


Questa ricetta si può preparare il giorno prima e cuocere le uova al momento della cena, per una ottimizzazione dei tempi.


Le Uova in purgatorio sono una ricetta dai sapori antichi, che richiamano la terra, come la Cooperativa Girolomi che ha sempre svolto inizative volte a promuovere e sostenere la civiltà contadina, nel rispetto della terra e dell’ambiente.


L’olio Biologico della Cooperativa Oleificio Pozzuolese è prodotto con olive selezionate del Lago Trasimeno ed è certificato biologico in tutta la catena produttiva.


Nella nascita delle piante vedo veramente il soffio di Dio.
(Gino Girolomoni)

 

 

Ingredienti

(dosi per 4 persone)

  • Lenticchie bio Girolomi, 100 grammi
  • Passata di pomodoro bio, una bottiglia
  • Uova, 4
  • Peperoni, mezzo giallo e mezzo rosso
  • Cipolla pulita, 60 grammi
  • Olio extravergine di oliva biologico della Cooperativa Oleificio Pozzuolese, 35 grammi
  • Sale, q.b.
  • Pepe macinato al momento, q.b.

 

Procedimento

  • Sciacquare le lenticchie e porle in una pentola con l’acqua fredda. Raggiunto il bollore, cuocere per 25 minuti a fuoco basso con il coperchio.
  • Nel frattempo, affettare la cipolla rosolarla in un tegame, preferibilmente antiaderente, con l’olio evo senza farla colorire.
  • Tagliare i peperoni a fettine sottili e unirli alla cipolla con la salsa di pomodoro.
  • Salare e cuocere coperto per circa mezz’ora: se occorre, bagnare con due cucchiai di cottura delle lenticchie.
  • Scolare i legumi e aggiungerli alla salsa.
  • Mescolare, fare insaporire per pochi minuti e, con un cucchiaio, formare 4 fossette in cui si romperanno le uova.
  • Salare, pepare e chiudere con il coperchio.
  • Cuocere a fuoco moderato per circa 8 minuti senza mescolare. Il tempo di cottura dipende da come si preferiscono le uova: con il tempo indicato, il tuorlo è sodo.
  • Servire le Uova in purgatorio calde con fette di pane.

 

La ricetta è stata realizzata da Francesca Vassallo, autrice del blog La maggiorana persa.

Saltimbocca di lonza e coppa igp clai
Saltimbocca di lonza e coppa igp clai

Questa è una mia personale rivisitazione della classica ricetta romana, conosciuta in tutto il mondo, che prevede l’utilizzo di carne di manzo e prosciutto. Personalmente, ho molto apprezzato anche questa versione, provatela anche voi e fatemi sapere!


Il nome “coppa” compare per la prima volta nella letteratura del XIX secolo, anche se storicamente, la Coppa di Parma è nota fin dal 1700. La Coppa di Parma (I.G.P.) è tra le più famose e rinomate, e si ottiene dalle parti magre del collo del suino. La nebbia e l’alto grado di umidità tipico del territorio parmense, conferiscono a questo salume un sapore unico e inconfondibile: delicato, aromatico e quasi dolce! La fetta, al taglio, si presenta di consistenza morbida, con le parti grasse di colore bianco-rosaceo e le parti magre di colore rosso vivo. La tradizione vuole che, per conservare questo salume, occorra avvolgerlo in un canovaccio di tela imbevuto di vino bianco.


La Coppa I.G.P. che ho utilizzato per questa preparazione è stata prodotta dalla Cooperativa agricola Clai (Cooperativa Lavoratori Agricoli Imolesi), che opera nell’agroalimentare, sia nel settore dei salumi, con una particolare specializzazione nel segmento del salame, che in quello delle carni fresche bovine e suine. I prodotti dell’azienda sono presenti in tutti i canali di vendita e in tutte le regioni italiane!
Negli ultimi anni Clai ha sviluppato la sua presenza anche all’estero, soprattutto nel comparto dei salumi. Importante da sapere èche nella preparazione dei salumi vengono utilizzate solo carni italiane di puro suino e sale iodato, inoltre, non sono presenti né il glutine nè i derivati del latte!


Clai fa parte delle cooperative agricole QUI DA NOI, in quanto aderente a Fedagri Confcooperative.


Ingredienti

(dosi per 4 persone)

  • 8 fettine di lonza
  • 8 fette di Coppa IGP Clai
  • 8 foglie di salvia grandi
  • Olio extravergine d’oliva q.b.

 

Procedimento

Adagiate sopra ogni fettina di lonza una fetta di coppa e una foglia di salvia. Fermate tutto con uno stecchino.

Frittata di Foglie di Carote
Frittata di Foglie di Carote

Avete presente quei bei mazzi di carote con le foglie? Bellissimi con il loro solare arancione e quel verde scuro!


Ebbene, mi sono sempre chiesta come si potessero utilizzare le foglie nelle ricette (per la serie “non si butta via niente”) e chi meglio della contadina che me le stava vendendo poteva saperlo? Detto fatto. La rubiconda signora mi spiega che sono ottime per fare la frittata e da aggiungere al minestrone.


Ho fatto tutte e due le cose, sono ottime entrambe, ma ora vi spiegherò come fare la frittata.


Curiosità: le foglie delle carote sono ricchissime di vitamina A, il suo contenuto è maggiore che nella carota!

 

Ingredienti

(dosi per 2 persone)

  • 1 ciuffo di foglie di carote grande
  • 3 uova
  • Un po’ di prezzemolo tritato
  • Aceto balsamico q.b. (facoltativo)
  • 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • 1 spicchio d’aglio.
  • Sale q.b.
  • Pepe q.b. (facoltativo)

 

Procedimento

  • Tagliate i rametti alla base della carota. Togliete dai rametti la parte alta, quella più ricca di foglie.
  • Lavate bene e cuocete per 5 minuti in acqua calda salata (l’acqua diventerà molto verde, è normale, potete poi utilizzarla nel minestrone). Scolate, tritate grossolanamente.
  • In una padella antiaderente scaldate 2 cucchiai d’olio, unite lo spicchio d’aglio e le foglie e fate saltare per qualche minuto, poi eliminate l’aglio.
  • Nel frattempo rompete le uova in una ciotola, salate, pepate e sbattetele, unite la verdura e mischiate.
  • Aggiungete 2 cucchiai d’olio nella padella dove avete fatto saltare la verdura e versate il composto. Fate cuocere per 5 minuti poi rivoltatela sull’altro lato e proseguite la cottura per altri 5 minuti.
  • Spadellate la frittata, irroratela con un pochino d’aceto balsamico e servite.
Katmer: Il Pane Turco
Katmer: Il Pane Turco

Mi piace tantissimo fare il pane in casa e, almeno la domenica che ho più tempo a disposizione, mi diletto e impasto sempre qualche pane speciale.


Questo pane turco mi ha affascinato fin da subito perché non solo è scenografico e davvero bellissimo da vedere, ma è ottimo anche da servire se avete ospiti e perfetto come idea per un centro-tavola natalizio, ora che si avvicinano le feste. Ha un sapore davvero delizioso!


Crosticina croccante e sofficissimo al suo interno come piace a me. Eccovi la ricetta:


Ingredienti

  • 200 g di farina 0 per pizza
  • 300 g di farina di semola rimacinata
  • 12 g di lievito di birra fresco (mezzo cubetto)
  • 175 g di latte
  • 125 g di yogurt greco
  • 10 g di sale fino
  • 6 cucchiai di olio extra-vergine di oliva
  • 40 g di burro
  • semi di sesamo q.b.
  • 1 tuorlo d’uovo per spennellare

 

Procedimento

  • In una caraffa mescolate il latte leggermente intiepidito con lo yogurt e scioglietevi delicatamente il lievito.
  • Setacciate le farine e il sale, disponetele a fontana su una spianatoia, e versatevi delicatamente al centro il contenuto della caraffa appena preparato. Ora impastate sommariamente aiutandovi con una forchetta, aggiungete l’olio e continuate ad impastare fino ad ottenere un impasto liscio e compatto. Formate una palla. Oliate un recipiente sufficientemente alto per contenere l’impasto una volta raddoppiato di volume, e disponetevi delicatamente al suo interno l’impasto. Copritelo e lasciatelo raddoppiare di volume in un luogo senza correnti d’aria e possibilmente al caldo. Potete anche lasciare maturare in frigo tutta la notte,  e formare il giorno seguente tirate fuori dal frigo, lasciate acclimatare l’impasto e dopo il suo raddoppio procedete con la formatura del pane.
  • Dividete l’impasto in 5 palline, 1 tenetela da parte, le altre 4 stendetele con l’aiuto del mattarello formando dei cerchi il più possibile regolari (altrimenti aiutatevi ritagliandoli con una tortiera tonda) e sovrapponeteli dopo averli spennellati con il burro fuso, fino ad avere una torretta di “piadine”.
  • Ora stendete ancora un po’ con il mattarello schiacciando un po’ le sfoglie per compattarle. Fate 4 incisioni a croce sulle sfoglie, per dividerle in 8 spicchi, ma senza arrivare fino al bordo. Lasciate circa 2 cm dal bordo.
  • Ora partendo dalla punta di ciascuno spicchio ottenuto formate una sorta di asola: con una rotella tagliapasta fate un taglio centrale, che non sezioni però tutto lo spicchio, lasciate 1 centimetro dalla punta e alla base dello spicchio. Prendete la punta di ciascuno spicchio e rigiratela all’interno dell’asola tirandola verso l’esterno, per formare una sorta di “sole”. Procedete allo stesso modo per ogni spicchio.
  • La spiegazione grafica l’ho trovata qui. Otterrete una corona al cui interno farete lievitare la pallina rimasta. Coprite e lasciate lievitare ancora per circa 1 ora.
  • Formata la corona, spennellatela con un tuorlo d’uovo sbattuto, cospargete di semi e cuocete in forno già caldo a 200 gradi per i primi 15 minuti e poi abbassate il forno a 180 gradi e cuocete per altri 15-20 minuti fino a doratura. Lasciate raffreddare e servite ben disposto in un piatto da portata.
Calamarata con Anelli di Totano su Crema di Fagioli
Calamarata con Anelli di Totano su Crema di Fagioli

Vi consiglio vivamente di provare questa ricetta perché è davvero strepitosa!


Non so se capita anche a voi, ma quando andiamo a mangiar fuori, annoto con grande perizia i piatti dei ristoranti che più mi piacciono e tento di riprodurli. Ecco, questo è uno di quei piatti, assaggiato in un rinomato ristorante di pesce di Torino, di un’eleganza e di un equilibrio al palato davvero godurioso.


Era da tempo che avevo in mente di rifarla e aspettavo solo l’occasione giusta, complice un pacco di pasta di elevatissima qualità.


Fossi in voi mi fiderei: provatela!


In ogni caso mentre voi meditate sul da farsi, comincio a lasciarvi la ricetta…


Ingredienti

(dosi per 4 persone)

  • 280 g di Pasta calamara Daunia & Bio
  • 400 g di fagioli cannellini già cotti
  • 500 g di anelli di totano
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 bicchierino di brandy
  • 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
  • 1 abbondante manciata di prezzemolo fresco
  • 1 pizzico di paprika dolce
  • olio extra vergine di oliva q.b.
  • sale marino integrale q.b.

 

Procedimento

  • Per prima cosa fate cuocere la pasta, perché ci vorrà del tempo. Vi assicuro che questa calamarata è davvero squisita, una pasta preparata con un ottimo grano duro Senatore Cappelli con 20-22 minuti di cottura, credo di avervi già detto tutto: una poesia.
    Mentre cuoce la pasta preparate i condimenti che vedrete, si sposeranno alla perfezione, rendendo questo piatto di pasta cremoso e davvero equilibrato.

 

Per il condimento con anelli di totano al pomodoro:

  • In un tegame a bordi alti far soffriggere per un paio di minuti gli anelli di totano con uno spicchio d’aglio, quindi sfumare con un po’ di brandy, aggiungere un cucchiaio di concentrato di pomodoro, del prezzemolo fresco e qualche cucchiaio d’acqua di cottura della pasta. Quindi incoperchiare e portare a cottura per non più di 5 minuti in modo che restino morbidi, se infatti ne prolungate eccessivamente la cottura, gli anelli di totano resteranno duri. Aggiustare di sale e tenere da parte.

 

Crema di cannellini: 

  • Frullare i cannellini con qualche cucchiaio di olio extravergine d’oliva, una presa di sale e un paio di cucchiai di acqua di cottura della pasta. Aggiustare se occorre con ancora un pochino di acqua di cottura, fino ad ottenere una crema dalla consistenza fluida ed omogenea.
    Sistemare la crema di cannellini sul fondo dei piatti, aggiungere la paprika e un filo di olio a crudo.
    Non appena è cotta la pasta, scolarla bene e aggiungerla nel tegame con i totani. Farla saltare per due minuti finché sia ben insaporita. Ora con l’aiuto di un mestolo sistemare la pasta così mantecata nei piatti, appoggiandola sulla crema di cannellini già preparata. Completare il piatto con una bella manciata di prezzemolo fresco e servire subito.

 

Se la provate fatemi sapere se vi piace, a noi è piaciuta moltissimo.

Malloreddus alla Campidanese
Malloreddus alla Campidanese

I malloreddus sono una delle paste simbolo della Sardegna, conosciutissimi anche nel resto d’Italia, dove vengono chiamati “gnocchetti sardi”.


Il loro nome deriva da malloru (toro), e i malloreddus sono i “vitellini”, poiché la loro forma richiama, metaforicamente, quella dell’animale.


A seconda della zona, vengono chiamati anche in altri modi: nel sassarese sono chiamati cigiones o ciciones, nel nuorese cravaos, nel Logudoro macarone caidos e macarone de punzu.


Si possono preparare nella versione classica, con farina di semola e acqua, oppure arricchiti con zafferano o spinaci tritati.


Questa che ho preparato è la versione campidanese, dal nome della più vasta pianura della Sardegna, che è uno dei piatti più rappresentativi dell’isola.


I malloreddus vengono conditi con il classico sugo a base di pomodoro e salsiccia, arricchito con un tocco di zafferano, da aggiungere all’impasto, direttamente nel sugo, o anche in tutti e due.


Lo zafferano pare sia giunto in Sardegna con i Fenici, che approdarono sull’isola più di duemila anni fa, provenienti dal Medio Oriente.


Ma è il grano il vero tesoro locale. Fin dai tempi dell’Impero romano, la Sardegna era chiamata “il granaio di Roma” e i sardi che vivevano nella piana del Campidano producevano metà del grano che serviva a sfamare tutto l’esercito romano.


Per rispettare appieno la tradizione scriverò anche il procedimento per preparare i malloreddus così come me lo ha insegnato mia madre, a cui lo ha insegnato a sua volta mia nonna, ovviamente entrambe figlie della splendida terra di Sardegna.

 

Ingredienti

(dosi per 4 persone)

Per i malloreddus:

  • 400 g di semola fine
  • 200 ml di acqua tiepida (può variare in base all’umidità della semola)
  • 1 bustina di zafferano in polvere
  • 2 g di sale fino

 

Per il sugo:

  • 350 g di salsiccia fresca con i semi di anice
  • 500 g di pomodori maturi
  • 1 pizzico di zafferano Nuraghe Ruju Azienda Agricola
  • 1 cipolla
  • 1 spicchio d’aglio
  • 3 fogli d’alloro
  • olio extravergine d’oliva q.b.
  • sale q.b.

 

Di finitura:

  • pecorino Sardo Dop maturo q.b.

 

Procedimento

  • Scaldate leggermente l’acqua, toglietela dal fuoco e scioglietevi lo zafferano, meno un pizzico che servirà per il sugo.
  • Mettete la semola e il sale in una ciotola, fate un buco al centro e versate metà dell’acqua con lo zafferano. Iniziate ad impastare e aggiungete il resto dell’acqua poco alla volta. Potrebbe essere necessario aggiungerne ancora un poco o, al contrario, metterne di meno (dipende dall’umidità della semola).
  • Versate il tutto su di una spianatoia e lavorate fino a ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Formate una palla e coprite con un canovaccio umido o con della pellicola da alimenti. Lasciate riposare per 30 minuti.
  • Coprite un ampio vassoio con un canovaccio e spolveratelo di semola.
  • Prendete un pezzetto d’impasto, rotolatelo sulla spianatoia e formate un salsicciotto non troppo spesso. Tagliate dei pezzetti lunghi al massimo 1 cm poi passateli sui rebbi di una forchetta o sull’apposito attrezzo esercitando una leggera pressione.
  • A mano a mano che li preparate, mettete gli gnocchetti sul vassoio. Continuate così fino ad esaurire l’impasto. Spolverate i malloreddus con la semola mista a un pochino di farina e lasciate asciugare per 24 ore, senza coprire.
  • Pelati i pomodori, eliminate i semi e tagliateli a cubetti.
  • Spelate la salsiccia e sbriciolatela un pochino.
  • Scaldate 4 cucchiai d’olio in una padella, unite la cipolla pulita e tagliata a cubetti e lo spicchio d’aglio, e fate stufare dolcemente per qualche minuto.
  • Unite la salsiccia e fate rosolare per 10 minuti.
  • Aggiungete i cubetti di pomodoro, il sale, lo zafferano rimasto, le foglie d’alloro e fate cuocere per circa 1 ora. Se dovesse asciugarsi troppo aggiungete un pochino di acqua tiepida. Cuocete i malloreddus in abbondante acqua salata, scolate e condite con il sugo.
  • Spolverizzate di Pecorino Sardo Maturo e servite.
Fusilli Girolomoni con pomodoro nero di Crimea e melanzane
Fusilli Girolomoni con pomodoro nero di Crimea e melanzane

"Mangiare non è soltanto trasformare o cuocere il cibo: è dono, spiritualità, amicizia, fraternità, bellezza, calore, sapienza, profumo, semplicità, compagnia". Questo è uno dei tanti aforismi di Gino Girolomoni, fondatore dell’omonima cooperativa che produce pasta biologica seguendo un’etica cristiana: amore e rispetto per il pianeta e le persone che la abitano.

 


Oggi condiamo la pasta Girolomoni con melanzane a tocchetti, fiordilatte e pomodori neri di Crimea che, in realtà, proprio neri non sono. Il loro colore particolare, tra il  marrone e il verde scuro, è dato dall'elevata concentrazione di licopene, uno degli antiossidanti più potenti presenti in natura, e i pomodori neri ne contengono molti di più rispetto ai rossi.

 


Ingredienti

  • 500 g di Fusilli Girolomoni
  • 500 g di pomodori neri di Crimea
  • 2 melanzane medie tipo campania
  • 100 g di fiordilatte
  • Olio extra Vergine di Oliva Goccia di Sole  
  • Basilico
  • 1 Spicchio di Aglio
  • Sale q.b.

 

Procedimento

  • Lavate e asciugate i pomodorini neri di Crimea; tagliateli a metà. In una padella, scaldate l’olio extra vergine di oliva Goccia di Sole e uno spicchio di aglio schiacciato. Fate soffroggere per poi unire i pomodori neri di Crimea, adagiandoli con il lato tagliato nell’olio.
  • Cuocete a fuoco basso per 6-7 minuti circa e aggiungete il sale. Togliete la padella dal fuoco e coprite con un coperchio ermetico. Questo procedimento permette al pomodoro nero di Crimea di proseguire la cottura. Dopo 15 minuti, pelate la buccia dei pomodori.
  • Lavate le melanzane, tagliatele a cubetti e friggetele in una padella con poco olio extra vergine di oliva, qualche fogliolina di basilico e sale q.b. Se necessario coprite con un coperchio per terminare la cottura. Amalgamate, infine, le melanzane con i pomodori neri di Crimea preparati in precedenza.
  • Preparate in una ciotola il fior di latte in tanti piccoli fiocchi.
  • Portate a ebollizione una pentola di acqua calda, aggiungete il sale e buttate i fusilli Girolomoni. Dopo circa 9 minuti, scolate la pasta e unitela al condimento di melanzane e pomodori neri di Crimea. Completate il piatto aggiungendo a cascata i fiocchi di fiordilatte e servite sul piatto, guarnendolo con qualche fogliolina di basilico.

 

Il fusillo è servito: buon appetito!